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martedì 25 maggio 2010

RISONANZA MAGNETICA O UNA GITA CON MAMMA

Ieri ho portato mia mamma, che ha 86 anni, a fare la risonanza magnetica per la schiena.
Una mia collega che aveva già fatto l’esame mi aveva avvisato, guarda che deve stare almeno 20 minuti in un tubo stretto, le verrà un attacco di panico, è troppo per una donna della sua età.
Non sapevo cosa fare, decisi di andare avanti con l’esame e cominciai a prepararla dicendole, ‘Guarda che dovrai andare dentro al tubo per un quarto d’ora circa (ho cominciato con poco), se cominci ad agitarti ti terranno dentro di più.” Mia mamma per fortuna non ha l’Alzheimer, però come ha detto il neurologo, ha una memoria a breve termine. Infatti quando aveva fatto la scintigrafia ossea avevo dovuta stare con lei nella sala infettivi perché continuava a scappare dalla stanza per cercarmi, non si ricordava che io era nella sala d’attesa.
Decisi di prendermi le mie precauzioni, di nascosto anziché metterle le solite 7 gocce della medicina per l’ansia le ho messo 12.
Siamo partite in ritardo, durante il viaggio mi ha chiesto almeno 3 volte se avevo le sue carte, una volta arrivate al Policlinico di Pavia abbiamo girato inutilmente cercando dove parcheggiare. Sembrava di essere Fantozzi. Finalmente, dopo aver messo la macchina in un posto dove non dovevo assolutamente metterla, siamo scese in quella specie di bunker dove fanno la risonanza.
Sorvolo sul fatto che la dottoressa si era dimenticata di scrivere sull’impegnativa che l’esame era con contrasto, per cui dovrò andarla a cercare per farlo aggiungere, o sul fatto che sono rimasta chiusa nel bagno.
A parte questo, alle 10.15 il dottore (un ragazzino molto simpatico) è venuto a prendere mamma per l’esame. Le ha chiesto se voleva prendergli braccio. Mamma lo ha guardato di traverso e gli ha detto che non era ancora a quel livello. Prima di uscire dalla stanza con tutti gl’esami precedenti di mamma mi ha detto, “Ci vorrà mezz’ora circa”. Alle 10.30 mi portò indietro gl’esami che non gl’interessavano e gli feci, “Guardi che soffre d’ansia, è un tipo nervoso.” “Allora ci vorrà di più”, disse.
11.15 ancora nessuna notizia, 11.30, 11.45, cominciava a venirmi il mal di testa per la tensione. Adesso si stara agitando, dovranno continuare a rifare l’esame. Sarà uno straccio quando esce.
Finalmente a mezzo giorno non c’è la facevo più e andai a chiedere notizie. Trovai il dottore che l’aveva accompagnata che quando mi vide disse, “Abbiamo finito, si sta vestendo”. Finalmente arrivo, insieme al dottore. Appena mi vide mi fece un sorriso sdentato (si era dimenticata di rimettersi la dentiera). “Mamma tutto bene ? Com’è andato il tubo ?” “Mah mi hanno messo li dentro e continuava a fare dei strani rumori, però io dopo un po’ mi sono addormentata.”
Di colpo mi svanì il mal di testa, e quando siamo uscite ho ritrovato la macchine senza multa.
Si però il prossimo esame che deve fare, mi prendo io le gocce per l’ansia.

1 commento:

  1. Oh Renata, come si dice . . . tutto bene quel che finisce bene, comunque una giornata avventurosa.
    ciao carmen
    P.S. settimana prossima andro per un paio di giorni in sardegna a trovare un'amica e sai cosa mi ha chiesto? Porta quel dischetto che ti hanno regalato x fare le trecce che cosi' impariamo assieme . . .speriamo di essera capaci, poi ti diro'

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